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Le storie

di Felice Busato

Albino, da Castellammare si porta anche il motto tatuato sul polpaccio

Pallone di Bronzo 22 apr 2022
L'attaccante Francesco Albino L'attaccante Francesco Albino

Ha la natia Castellamare di Stabia nel cuore tanto da tatuarsi sul polpaccio della gamba destra il motto Post fata resurgo ("Dalla morte mi rialzo") che appare sullo stemma della cittadina napoletana incastonata sulla splendida riviera amalfitana.Il ventiduenne attaccante della Nova Gens (Terza categoria) Francesco Albino è candidato al pallone di bronzo e trapiantato da dieci anni ormai con la sua famiglia a Lonigo. «A Castellamare ho vissuto fino a 12 anni muovendo i primi passi calcistici nell'Asd Club Napoli che promuove il calcio giovanile e dov'è cresciuto il portiere della nazionale Gianluigi Donnarumma» ricorda Albino che ha ben altri sette tatuaggi impressi su gambe e braccia tra i quali compare un'altra frase significativa Ad victoria, ossia "Persevera fino alla vittoria". «In effetti sono un giocatore aggressivo e dal forte carattere, un po' come l'interista Lautaro Martinez nel quale mi rivedo, anche se i miei idoli sono Totti e il Ronaldo brasiliano: Tifo Juve Stabia e ovviamente simpatizzo per il Napoli che penso dirà la sua fino all'ultimo nella lotta scudetto per riassaporare il tricolore che manca dai tempi di Maradona».

Dopo due anni lei ha ripreso a giocare nel settore giovanile del Lonigo, come mai?
«Un ambiente dove mi sono trovato subito bene disputando il campionato giovanissimi e quello allievi elite col tecnico Maurizio Battistella che ha dato un importante apporto alla mia crescita».

Lei è passato poi alla Sambonifacese dividendosi tra juniores e prima squadra che all'epoca militava in Seconda categoria sotto la guida di Freddy Sorato...
«Debuttai in prima squadra a 17 anni e realizzai quell'anno cinque gol, anche se non fu un'annata fortunata in quanti retrocedemmo in terza categoria».

Seguirono due stagioni nel Cologna Veneta tra juniores e prima squadra di Salvatore Di Paola, cosa ricorda?
«Una realtà in cui mi sono sentito coccolato con un primo anno tra gli juniores in cui segnai 29 gol. Il più bello? Il secondo allo scadere nel derby con l'Aurora Cavalponica con un pallonetto da fuori area che garantì il 2-2».

Da quattro anni è arrivato alla Nova Gens, come si trova?
«Una società dove si respira una grande storia il che mi ha indotto a restare nonostante si sia deciso di ripartire dalla terza categoria per dare una mano al progetto di rilancio del nuovo direttivo. Quest'anno purtroppo sto combattendo con la pubalgia e ho disputato solo otto gare e facendo altrettanti gol, anche se spero di ritornare presto in campo in questo spezzone finale di stagione per dare il mio contributo».