Dirige il gioco in mediana sognando il fuoripista in Austria. Stiamo parlando di Luca Prando, centrocampista in forza al Berton Bolzano (Prima categoria) la cui seconda grande passione -ovviamente dopo il calcio- è quella dello snowboard. Visti gli impegni calcistici con tanto di tre allenamenti settimanali e partita alla domenica due attività sportive non facili da conciliare ma il classe 2001 dice di riuscire a fare tutto al meglio senza particolari problemi ma con un pizzico di organizzazione e sacrificio. «Ho iniziato a cimentarmi con la tavola ormai da qualche anno e normalmente vado a sciare con mio fratello Ivan a Folgaria o a San Martino di Castrozza il sabato o nei giorni nei quali non ho allenamento; quando sono sulla neve provo delle emozioni bellissime le quali ogni volta hanno un sapore diverso e speciale.
Visti i numerosi impegni quotidiani che abbiamo non so se ce la faremo ma mi piacerebbe tantissimo andare a fare un bel fuori pista in Austria dopo essere salito in vetta con l'elicottero». Nel frattempo il mediano alla corte di Nicola Motterle si diverte a rincorrere un pallone e magari qualche gol con la maglia del Berton Bolzano, la squadra nella quale (eccezion fatta per la parentesi di un anno vissuta al Bp 93) ha sempre militato e per la quale ormai è divenuto un punto di riferimento sebbene non ancora 21enne. «Il Bolzano per me è ormai diventata una sorta di seconda famiglia, non nascondo che non mi dispiacerebbe un giorno diventare una bandiera di questo club magari calcando anche palcoscenici più prestigiosi della Prima categoria».
Questione di numeri. Tante le battaglie vissute (e vinte) con la casacca amaranto da Prando che svela un particolare retroscena. «Finora ho avuto modo di giocare praticamente con tutti i numeri classici dei centrocampisti vestendo la casacca numero 4, 8, 7 e 11 ma per un motivo o per l'altro non sono ancora riuscito ad indossare la mitica casacca numero 10...mi auguro quindi un giorno di poterla vestire e visto che ci siamo- dice in tono scherzoso il metronomo del Berton- non sarebbe male per l'occasione vestire pure i gradi del capitano».
Parastinchi intoccabili. E se i numeri delle maglie cambiano anche a seconda degli allenatori, a rimanere immutato è l'amuleto che il mediano porta sempre con se. «Nella mia borsa ci sono dei parastinchi che mio nonno mi regalò quando avevo ancora 7 anni...sinceramente ora sono un attimino scomodi ma a loro ci sono troppo affezionato e infatti nessuno me li può toccare».